All’epoca, infatti, alcuni cittadini e commercianti, visti i progetti per la realizzazione di un tram elettrico, volevano la demolizione sia della Schwabentor che della Martinstor. Le due porte medievali, quelle che rimanevano delle cinque originarie, avevano resistito a tutte le guerre e rappresentavano agli occhi dei critici un ostacolo per il moderno sviluppo del traffico cittadino.
Winterer, però, la pensava diversamente. Per sottolineare l’importanza delle due torri storiche del XIII secolo e in base al motto "un paese ha i tetti ed una città ha le torri", fece alzare di quasi il triplo la porta di San Martino, che passò così da un’altezza di 22 ad una di 63 metri. La torre fu completata inoltre da un tetto con elementi stilistici del XV secolo e da un ampio passaggio per tram. Così si tranquillizzarono anche i critici!
Come anche le altre quattro torri, la Porta di San Martino era intergrata nella cinta muraria e collegata al cammino di ronda. Sul lato esterno c’erano un massiccio cortile che fungeva da ulteriore luogo di difesa ed un ponte sul fossato largo dodici e profondo cinque metri. Sul lato orientale si può vedere ancora oggi l’apertura del cammino di ronda a circa sei metri di altezza.
Nella parte interna della Porta di San Martino si trova una lastra commemorativa che ricorda la caccia alle streghe. Anna Wohlffartin, Catharina Stadelmennin e Margaretha Mößmerin, vedove di tre consiglieri, furono decapitate e bruciate sul rogo durante la prima persecuzione nel 1599 e rappresentano simbolicamente tutte le vittime del XVI e XVII secolo. Anche se si è scelta la Porta di San Martino per apporre questa lastra commemorativa, qui non si imprigionavano le streghe, bensì per lo più i debitori. Ecco perché si diceva che a chi finiva qui avevano messo addosso il mantello di Martino.
Breve informazione: la Porta di San Martino può essere visitata in linea generale soltanto dall’esterno!